Il corpo social-ista

Paolo Demuru

São Paulo, Universidade Paulista

Franciscu Sedda

Università di Cagliari

https://doi.org/10.25965/as.6516

Index

Articles des auteurs de l'article parus dans les Actes Sémiotiques : Franciscu Sedda et Paolo Demuru.

Mots-clés : accident, corps, hexis, mimétisme, populisme, posture, régimes de sens et d’interaction, réseaux sociaux, social-isme, travestissement

Auteurs cités : Giovanna COSENZA, Paolo FABBRI, Yvana FECHINE, Jacques GENINASCA, Algirdas J. GREIMAS, Eric LANDOWSKI, Gianfranco MARRONE

Plan
Texte intégral

Introduzione

Note de bas de page 1 :

Cfr. F. Sedda e P. Demuru, “Social-ismo. Forme dell’espressione nell’era del populismo digitale”, Carte Semiotiche. Annali, 6, 2020.

Note de bas de page 2 :

Cfr. F. Sedda e P. Demuru “La rivoluzione del linguaggio social-ista. Umori, rumori, sparate e provocazioni”, Rivista Italiana di Filosofia del Linguaggio, 13, 2, 2020 (in corso di pubblicazione).

Una premessa risiede alle radici di questo saggio : il populismo contemporaneo si presenta e può essere definito nei termini di un vero e proprio social-ismo, ovvero, di un discorso politico fondato sull’esasperazione dei linguaggi e delle pratiche semiotiche dei social networks1. Dal Brasile all’Italia, dall’Inghilterra agli Stati Uniti, la comunicazione di leader, partiti e movimenti che vengono oggi additati come populisti poggia sull’abuso dei dispositivi enunciazionali, dei regimi d’interazione e degli assetti plastico-figurativi propri dei nuovi media digitali. Si pensi, ad esempio, all’aura di autenticità costruita attorno a figure come quelle di Jair Bolsonaro e Matteo Salvini, i cui selfie e ritratti su Instagram e Facebook ostentano la loro apparente normalità, alle sparate e al linguaggio provocatorio di Donald Trump, agli sfoghi d’ira diretti su Twitter contro i presunti nemici del popolo, alla frequenza vertiginosa con la quale essi postano2. Di più : in una sorta di chiasmo imprevisto, la comunicazione politica tende ad alimentare tali logiche e prassi discorsive, contribuendo, a sua volta, a diffonderle e standardizzarle, dando a intendere, in qualche modo, che in rete non ci si possa comportare altrimenti.

Note de bas de page 3 :

Cfr. F. Sedda e P. Demuru “Da cosa si riconosce il populismo. Ipotesi semiopolitche”, Actes Sémiotiques, 121, 2018 ; “Social-ismo. Forme dell’espressione nell’era del populismo digitale”, art. cit.

Note de bas de page 4 :

“Da cosa si riconosce il populismo. Ipotesi semiopolitche”, art. cit.

Esiste, insomma, una morfologia del populismo del nuovo millennio, il cui divenire è intimamente connesso a quello dei social networks, e viceversa. Diversi sono i tratti che la compongono. In alcuni articoli recenti abbiamo provato a identificarne alcuni : vaghezza, implosioni ed esplosioni di senso, negatività, polarizzazione, anonimato, umoralità, ecc.3. Tra gli altri, identificavamo il corpo come elemento chiave delle attuali interazioni politiche4. Corpi onnipresenti, in rete e per le strade ; corpi contagiosi, catalizzatori e canalizzatori di azioni e passioni collettive più o meno definite ; corpi come territori di traduzione tra linguaggi diversi ; corpi come basi e strumenti per la costruzione dell’identità e dell’appartenenza politica. Si trattava, tuttavia, di un’investigazione preliminare, dalle cui basi vorremmo oggi ripartire al fine di tracciare un panorama, se non esaustivo, quantomeno più attuale e completo delle strategie di rappresentazione del corpo promosse dai leader social-isti.

Note de bas de page 5 :

Ibid.

La nostra ipotesi di fondo è che il corpo di alcuni esponenti chiave del social-ismo contemporaneo assuma, a tutti gli effetti, lo statuto di un corpo non-politico. Un corpo, insomma, che nega la postura, la gestualità, la prossemica, gli stilemi e i codici estetici della politica istituzionale. I linguaggi e le forme attraverso cui tale negazione si manifesta sono diverse, ma tutte concorrono, in maniera più o meno decisiva, al consolidarsi dell’immagine del leader social-ista in quanto estraneo, quando non del tutto avverso, agli spazi, ai modi e alle mode del potere : poliziotto, pompiere, alpino, bagnante, turista, paziente in cura, clown, tifoso, uomo qualunque e altro ancora. Tutto meno che uomo politico, anche quando, come Salvini e Bolsonaro, in politica ci è da decenni, anche quando, come oggi quest’ultimo, il più alto potere politico dello Stato lo detiene. In altri termini, la negazione della politica che, come abbiamo avuto modo di osservare in altre sedi, costituisce ed è oggi riconosciuta come una delle caratteristiche salienti del discorso social-ista5, passa anche, e osiamo dire principalmente, attraverso il corpo. O meglio, il corpo ne è una delle concrezioni più espressive.

In particolare, identifichiamo qui tre specifiche strategie di negazione della politica via corpo : il travestimento, il portamento e il mimetismo.

Il travestimento, nell’accezione qui conferitagli, riguarda esclusivamente forme di mascheramento esplicito, in cui il leader dismette i panni del politico per indossare quelli di altri professionisti riconosciuti — e riconoscibili — della vita pubblica nazionale : poliziotti, pompieri, alpini, eccetera.

Note de bas de page 6 :

Cfr. E. Landowski, “Régimes de présence et formes de popularité”, Présences de l’Autre, Paris, P.U.F., 1997, cap. 7. Trad. it., “Regimi di presenza e forme di popolarità”, in M.P. Pozzato (a cura di), Estetica e vita quotidiana, Milano, Lupetti, 1995.

Il portamento concerne l’assunzione di pose, stili e atteggiamenti corporei facilmente riconducibili a figure estranee alla politica, tra cui il militare, il buffone6 e l’uomo comune. Diversamente dal caso anteriore, in cui era il corpo vestito a farla da padrone, è qui il corpo in carne e ossa a manifestare la distanza dagli stereotipi plastico-figurativi del potere tradizionalmente inteso.

Note de bas de page 7 :

Cfr. L. Bianchi, La gente. Viaggio nell’Italia del risentimento, Roma, Minimum Fax, 2017.

Note de bas de page 8 :

Sul camaleonte, cfr. E. Landowski, “Pour une zoo-socio-sémiotique”, Présences de l’autre, op. cit., pp. 52-56. Tuttavia, come avremo modo di osservare, rispetto al camaleonte postulato da Landowski, che tende a mimetizzarsi senza dare nell’occhio, il camaleonte social-ista opta per una sorta di mimetismo esibizionista, spettacolarizzando l’atto stesso della mimetizzazione.

Il mimetismo tocca da vicino i modi in cui il social-ista si camuffa da uomo della gente, per usare un termine in voga nella semiosfera politico-mediatica italiana7. Si tratta, certo, di una tipologia specifica di travestimento. Tuttavia, il termine mimetismo ci pare cogliere e restituire meglio la dinamica di con-fusione tra leader e popolo-follower, o meglio, tra egli e il simulacro di popolo che emerge dal discorso social-ista. Sorta di camaleonte della rete8, il leader si trasforma così, assumendone ed esibendone intenzionalmente i tratti, in un cittadino qualunque, in una persona, in una parola, “normale”.

Gli esempi a partir da cui elaboriamo le nostre riflessioni sono estratti, in maggioranza, dai contesti italiani e brasiliani e, in particolare, dai profili social dei già citati Matteo Salvini e Jair Messias Bolsonaro, attuale presidente del Brasile, con alcuni riferimenti puntuali ad altri politici contemporanei. Non si tratta di una scelta casuale. I due politici possono infatti essere considerati due esponenti chiave del social-ismo. Non solo perché sono tra i leader più seguiti e attivi online, ma anche perché il loro discorso, assieme a quello di Donald Trump, è in un certo senso l’epitome dei mutamenti percepibili, oggi, a diversi livelli di intensità, nella comunicazione politica internazionale.

1. Travestimenti

La prima strategia di negazione della politica via corpo del social-ismo contemporaneo è il travestimento. Il leader social-ista ama mascherarsi, indossando abiti che non gli sono propri. Si pensi, a questo proposito, alle diverse uniformi utilizzate da Matteo Salvini nel corso degli ultimi anni, in particolare nei mesi in cui era a capo del Ministro dell’Interno, tra il giugno del 2018 e il settembre del 2019. A più riprese Salvini è apparso sui social networks con divise, polo, felpe e giacche della polizia, dei vigili del fuoco, degli alpini, dei barraccelli, il corpo di polizia rurale della Regione Autonoma della Sardegna.

Note de bas de page 9 :

L. Bianchi, “Salvini è ormai il cosplayer ufficiale della polizia”, Vice, 7 gen. 2019 (https://www.vice.com/it/article/pa55ab/salvini-divisa-polizia).

Qual è il senso di un simile gesto ? Su quali basi si fonda ? A cosa mira e cosa intende comunicare ? Una prima risposta a queste domande è semplice : dimostrare prossimità alle istituzioni sopraccitate e accreditarsi, in particolare attraverso l’uso del travestimento da poliziotto, come uomo d’ordine9. Non è questo, dopotutto, che ci si aspetta da un Ministro dell’Interno, tra le cui funzioni si annovera, ricordiamo, quella di capo della polizia ? Ebbene, la maschera di Salvini tende anzitutto a riaffermare tale compito — l’impegno e l’ossequio nei suoi confronti.

Si tratta di una scelta coerente con altre due figure centrali della narrazione salviniana : quella del capitano e quella della ruspa.

Note de bas de page 10 :

Cfr. F. Mazzucchelli, “Flamewar, shitstorm e altre catastrofi. Litigare ai tempi del web”, in G. Ferraro e A.M. Lorusso (a cura di), Nuove forme d’interazione, dal Web al Mobile, Tricase, Libellula Edizioni, 2016.

Uno degli epiteti usati per riferirsi alla figura di Salvini, che il leader della Lega condivide, guarda caso, con Bolsonaro, è quello di capitano. Ora, si sa, capitano è chi guida, colui che ha in mano le redini del comando, sia esso di una nave, di una compagnia di soldati o, come oggi accade nelle cosiddette shitstorm, le campagne di linciaggio online10, di un esercito di follower che si scagliano all’unisono contro il nemico additato dal capo. Un ruolo tematico, si potrebbe dire utilizzando i termini della semiotica classica, il cui fine ultimo è quello di ordinare, non soltanto nel senso di imporre, ma anche in quello di organizzare, gestire, disporre, del mettere, in una parola, le cose a posto. Il che presuppone l’esistenza, dal punto di vista del comandante e dei sui militi, di un disordine diffuso, di un caos latente, di un marciume da bonificare. Caos e marciume la cui insorgenza e il cui propagamento si devono, nel caso del discorso salviniano, ai migranti e ai politici – quelli in giacca e cravatta, che l’uniforme della polizia non hanno mai pensato di indossarla – che ne hanno consentito lo sbarco in Italia.

Note de bas de page 11 :

A. Caporale, Matteo Salvini. Il ministro della paura, Roma, Paper First, 2018.

E qui veniamo alla ruspa, primo correlato figurativo del travestimento da uomo dell’ordine. Chi segue Salvini sui social sa bene che la ruspa è un elemento ricorrente della retorica dell’ex ministro, in particolare di quella del “prima gli italiani”11. La ruspa come mezzo per fare tabula rasa dei campi rom, la ruspa per abbattere il problema dell’immigrazione, la ruspa come oscuro oggetto del desiderio sovranista, simbolo dei suoi istinti più reconditi, la ruspa come grado zero dell’imaginario politico salviniano.

Sta qui, in prima istanza, l’efficacia delle maschere da poliziotto, pompiere e alpino, così come delle figure, ad esse vincolate, del capitano e della ruspa: nel dar letteralmente corpo ai temi dell’ordine e della pulizia.

Note de bas de page 12 :

Cfr. “L’homme d’action”, Présences de l’autre, op. cit., pp. 228-231.

Note de bas de page 13 :

Nel senso che Landowski attribuisce al termine “programmazione”. Cfr. Rischiare nelle interazioni (2005), Milano, FrancoAngeli, 2010, pp. 17-22.

Note de bas de page 14 :

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/11/26/casamonica-salvini-sale-sulla-ruspa-per-labbattimento-della-villa_0d0bd262-b43f-4834-8650-eac4ebfa296c.html.

Diciamo in prima istanza perché è possibile andare oltre e fare ancora due considerazioni. La prima è che, grazie a tali travestimenti, Salvini si presenta, sul piano narrativo, come un soggetto del fare, un “uomo d’azione”12 con una “programmazione” chiara e definita13. La seconda è che egli appare come un uomo d’azione “non politico”, non un ministro, ma, appunto, un poliziotto, un pompiere e così via, se non proprio, come nel caso dell’abbattimento della villa del clan mafioso dei Casamonica, nella cui occasione sul mezzo di demolizione ci è salito davvero14, un vero e proprio ruspista.

Note de bas de page 15 :

Altro politico attuale che fa uso di questa strategia è João Doria, governatore dello stato di San Paolo e probabile candidata alla presidenza del Brasile nel 2022. Nel corso degli ultimi anni, mentre era sindaco della metropoli sudamericana, Doria si è travestito da addetto alla nettezza urbana, muratore, e via dicendo (https://www.buzzfeed.com/br/alexandrearagao/fantasias-joao-doria).

Di più : nelle immagini in cui Salvini indossa le uniformi della polizia o dei vigili del fuoco, il tema dell’antipolitica non emerge soltanto attraverso il linguaggio del corpo, ma anche dagli sfondi su cui il suo corpo si staglia. Rare sono, a proposito, le volte in cui Salvini si mostra vestito da poliziotto in ambienti interni e/o istituzionali. Nella maggior parte dei casi, come del resto accade nella quasi totalità dei post pubblicati sui suoi profili social, il Salvini-agente-pompiere-eccetera è per strada, tra la gente o al fianco dei propri colleghi. Non certo, lo si sarà intuito, i colleghi della politica. Quelli, sembrano riaffermare i travestimenti di Salvini, prediligono i palazzi del potere15.

Note de bas de page 16 :

Utilizziamo qui il termine prensione (saisie) nell’accezione conferitagli da Jacques Geninasca. Cfr. La parola letteraria (1997), Milano, Bompiani, 2000.

Note de bas de page 17 :

Ci riferiamo qui alla distinzione, proposta da Landowski, tra “l’avere significazione” e il “far senso”, così come a quella, ad essa corrispondente, tra “lettura” (di significazioni) e “presa” (del senso). Cfr. E. Landowski, Passions sans nom, Paris, P.U.F., 2004, pp. 94-96 ; Rischiare nelle interazioni, op. cit., p. 85.

Note de bas de page 18 :

Cfr. La parola letteraria, op. cit., p. 243.

Al di là di queste prime constatazioni, gli esempi qui citati aprono ad un’ulteriore riflessione sul tipo di prensione16 che il travestimento di Salvini presuppone da parte di coloro che si trovano a interagirci, dal vivo, in carne e ossa, o via social. Da questo punto di vista, ci pare che il corpo mascherato del leader della Lega sollevi il proprio enunciatario da qualsiasi sforzo interpretativo e/o interattivo, offrendogli una sorta di corpo-testo pronto e programmato, di cui egli o ella deve limitarsi a decifrarne i tratti. Un corpo-testo che, parafrasando Landowski, “ha significazione”17, oggetto e, allo stesso tempo, veicolo di una “prensione molare”, così come la intendeva Geninasca, di un mero riconoscimento, ovvero, delle figure culturalmente sedimentate del mondo naturale sulla base di una logica simile a quella del segno-rinvio18. Nel caso qui in esame, ad esempio, il fatto di essere capo delle forze dell’ordine non viene alluso o implicato, ma dichiaratamente espresso e didatticamente mostrato. Siamo insomma di fronte a una logica ostensiva, in cui il corpo viene offerto come segno di sé stesso, segno dell’immagine che esso stesso — in quel dato momento — è. Eppure è proprio qui, nella sua elementarità, che pare risiedere l’efficacia di tale strategia : nel fatto di offrire una risposta semplice a un mondo (apparentemente) complicato, dalla cui facile comprensione il pubblico può trarre immediato piacere e istantanea gratificazione.

Il dato è ancor più interessante se lo si compara con i vecchi linguaggi della politica, fortemente incentrati sulla sfera verbale. Si pensi al cosiddetto “politichese”, spesso intenzionalmente criptico, che prevedeva, al contrario, un destinatario esperto, in grado di coglierne i riferimenti e completarne i rimandi.

Come avremo modo più avanti di osservare, quella molare, tipica del travestimento salviniano qui analizzato, non è tuttavia l’unica prensione di cui fa uso o a cui dà vita il corpo social-ista. Nel caso del mimetismo, la partita del riconoscimento, da parte del pubblico, della corporeità dei leader, fa leva su logiche altre, in cui l’intelligibile perde posizioni nei confronti del sensibile, di un sentire diffuso, di una carica estesica di fondo che si fa largo tra tweet, post su Facebook, selfie su Instagram a altre piattaforme.

2. Portamenti

Note de bas de page 19 :

Cfr. P. Bourdieu, Questions de sociologie, Paris, Minuit, 1984, p. 133 ; Passions sans nom, op. cit., pp. 135-136, 155, 175-176, 192, 208, 211-212, 258.

La seconda strategia attraverso cui il corpo social-ista nega la politica ha a che vedere con il portamento. Sotto questo aspetto, il caso di Bolsonaro è emblematico. I modi di portare il corpo — la hexis, come suole dire Landowski riprendendo in chiave semiotica il concetto di Bourdieu19 — del presidente del Brasile sono, anche nei momenti in cui è ritratto vestito di tutto punto in contesti e situazioni formali, essenzialmente antipolitici.

Quattro sono, in particolare, le hexis attraverso cui Bolsonaro nega fisicamente la politica. La prima è la hexis militare. Diverse sono le immagini presenti sul suo profilo Instagram in cui Bolsonaro si presenta, come Salvini, pur senza indossarne i panni, come uomo dell’ordine. Tra esse, spiccano quelle in cui il presidente è ritratto mentre compie il saluto militare, così come quelle che lo immortalano con la mano sul petto durante l’esecuzione dell’inno nazionale, come vuole l’etichetta delle forze armate. Di più, il suo stesso portamento è, in queste occasioni ufficiali, complessivamente militare : eretto, rigido, fermo, inflessibile, spigoloso e ortogonale, come risulta dalla posizione degli arti del saluto militare, dalle cui intersezioni emergono angoli retti. Un corpo, pertanto, che manifesta un senso di irremovibilità, conferendo a Bolsonaro le parvenze di sceriffo-giustiziere del nuovo millennio, ai cui problemi è necessario soluzioni semplici e dirette : ordine e disciplina, il Brasile anzitutto, come recita il suo slogan, ai bambini l’azzurro e alle bambine il rosa. Un corpo non politico, che incarna non solo il passato di Bolsonaro — ex capitano e paracadutista dell’esercito brasiliano —, ma quello del Brasile stesso, stretto, dal 1964 al 1985, nella morsa del regime, di cui egli nega sovente l’esistenza e le efferatezze.

Note de bas de page 20 :

Cfr. “La vedette et le bouffon”, Présences de l’autre, op. cit., pp. 238-244.

Note de bas de page 21 :

https://www1.folha.uol.com.br/mundo/2019/09/eduardo-bolsonaro-faz-gesto-de-arma-em-frente-a-monumento-pela-paz-em-ny.shtml.

La seconda, opposta alla prima, è la hexis buffonesca, che opera una sovversione più esplicita e immediatamente riconoscibile. Bolsonaro si mostra qui come un giullare, un comico, un pagliaccio che si fa beffa della politica20. Significativi, a questo riguardo, sono i sorrisi e le risate smisurate, che fanno da corredo a battute e barzellette, e il celebre gesto della pistola, vero e proprio marchio di fabbrica dell’attuale presidente. Gesto, quest’ultimo, che tende a riaffermare, stavolta in tono derisorio, l’anima antipolitico-militare di Bolsonaro, le sue posizioni in favore della liberazione porto d’armi, dell’autodifesa della proprietà privata, dell’ideologia dell’occhio per occhio, dente per dente che ne ha segnato la scalata al Palácio da Alvorada di Brasilia. E il gesto non è mero appannaggio di Bolsonaro senior. I figli, anch’essi in politica, uno alla Camera (Eduardo), uno al Senato (Flavio) e uno alla giunta comunale di Rio de Janeiro (Carlos), ne fanno anch’essi uso costante. Si ricordi, in merito, il caso del deputato Eduardo Bolsonaro, che, nel settembre del 2019, ha postato su Twitter una foto in cui finge di impugnare una mitragliatrice di fronte al monumento alla pace posto di fronte alla sede dell’ONU di New York21.

Note de bas de page 22 :

Cfr. A. Gangemi, “Stile e habit nella leadership politica. Il caso delle gaffe di B.” in E/C, 29 mar. 2010 (http://www.ec-aiss.it/archivio/tipologico/atti.php).

Note de bas de page 23 :

Cfr. G. Cosenza, “Grillo, dal turpiloquio al linguaggio del corpo”, Enciclopedia Treccani online (http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/elezioni_sinistre/Cosenza.html).

Note de bas de page 24 :

https://www.theguardian.com/politics/2019/jul/16/stuck-zip-wire-boris-johnson-london-2012-olympics.

Note de bas de page 25 :

Rischiare nelle interazioni, op. cit., pp. 83-84.

Colto sotto questa angolatura, il linguaggio del corpo di (e dei) Bolsonaro rievoca quello di altri celebri protagonisti della recente storia politica italiana e internazionale. Pensiamo alle frequenti gaffe di Silvio Berlusconi in ambito internazionale, come le corna fatte, nel 2002, in occasione di un vertice europeo, all’allora Ministro degli Esteri spagnolo Gerard Piqué22. O, ancora, al già citato Beppe Grillo23 e a certi numeri quasi-circensi di Boris Johnson, come il lancio dalla teleferica del Victoria Park di Londra, pensato per promuovere le attrazioni turistiche della città durante le Olimpiadi del 201224. Atti, gesti e posture con cui tali soggetti rimarcano la loro estraneità alla politica tradizionale, rompendone gli schemi e i protocolli comportamentali. Corpi, insomma, per usare i termini di Landowski, “accidentali”, sorta di “attanti joker” che stravolgono i ruoli tematici e i programmi sedimentati della politica così come abbiamo imparato a conoscerla e fruirla25.

Contrariamente alla hexis militare, le cui dominanti plastiche, come si è visto, sono date dalla linea retta, dalla rigidità e dall’ortogonalità, nella hexis buffonesca regna il movimento, l’elasticità, la curva, che si ritrovano, meno accentuate, anche nella terza hexis : la hexis dell’uomo comune, di cui, oltre a quello di Bolsonaro, anche il corpo di Salvini è un esponente significativo.

Note de bas de page 26 :

Cfr. G. Cosenza, “Salvini Desnudo : obiettivi, destinatari, significati”, Il fatto quotidiano, Roma, 9 dic. 2014 (https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/09/salvini-desnudo-obiettivi-destinatari-significati/1258996/).

Qui il corpo è ritratto in situazioni di banale vita quotidiana : sdraiato sul divano di casa, a tavola mentre pranza o fa colazione, al bar, in pizzeria o al ristorante, in spiaggia con famiglia e amici, al lago, in montagna mentre prepara una grigliata. É un corpo rilassato, flessibile, in cui prevalgono i sorrisi, ma non quelli beffardi della hexis buffonesca. Si tratta, ora, di sorrisi più miti e pacati, che mostrano pace, serenità, distensione, accoglimento, che la politica sembrano semplicemente dimenticarla, ometterla, metterla, un momento, da parte. Sorrisi come quelli di Salvini dinanzi a un piatto di carbonara o a una fetta biscottata con nutella, la cui rotondità del viso, assieme a quella della pancia messa spesso in mostra, tende a smussare la rigidità del militare o del politico di professione. L’effetto di senso che ne risulta è un effetto di autenticità, di un corpo vero e, di conseguenza, di una persona spontanea, che non ha paura di mostrare — anzi, espone volutamente — le proprie imperfezioni26.

Nel caso di Bolsonaro, la hexis dell’uomo comune fa poi il paio con quella dell’uomo malato. Si tratta di un’isotopia ricorrente nel discorso di Bolsonaro, che si concretizza, in particolare, nella galleria di foto che ne documentano le degenze in ospedale, decorrenti dalla coltellata ricevuta il 6 settembre del 2018 a Juiz de Fora, nel corso della campagna elettorale per la presidenza. In tal caso, ci troviamo di fronte a un corpo curvo, spesso gobbo, spento, acciaccato. Un corpo nudo (e crudo), i cui lividi sono messi in evidenza. Un corpo che espone volontariamente la propria sofferenza e fragilità, mostrandosi come un “comune corpo mortale”, il corpo di un uomo la cui vita, come quella di tutti, è destinata, un giorno, a finire.

Le hexis dell’uomo comune e dell’uomo malato sono tuttavia parte di una strategia più ampia e complessa di costruzione discorsiva della normalità, dei processi, stando alla terminologia qui adottata, di mimetizzazione tra leader e popolo, che merita di essere discussa, separatemene, con maggiore attenzione e profondità. È ciò che faremo a seguire.

Un discorso a parte va fatto, ancora, per i momenti in cui il corpo, i gesti, la postura e il look dell’uomo comune irrompono in situazioni e contesti istituzionali, producendo una frattura etico-estetica il cui senso pare sconfinare nel ridicolo. Come nella hexis buffonesca, abbiamo qui a che fare con corpi accidentali, il cui effetto di spaesamento è costruito per vie meno esplicite, tramite gesti meno eclatanti e non, almeno apparentemente, comici e canzonatori (come quelli delle corna e della pistola). Torneremo più avanti anche su questo. Per ora basti dire che se con le uniformi della polizia e dei vigili del fuoco ci trovavamo di fronte a forme di travestimento esplicito, in questo caso è la nuda corporeità a manifestare la (presunta) non appartenenza alla classe politica.

3. Mimetismi

La terza strategia di negazione della politica via corpo è il mimetismo, che riguarda, come anticipato nell’Introduzione, le modalità attraverso cui il leader social-ista si camuffa, oggi, da uomo comune, uomo qualunque, uomo del popolo.

Note de bas de page 27 :

https://www.youtube.com/watch?v=wnU1gYFjRZE.

Partiamo da alcuni esempi concreti, estratti, ancora una volta, dai profili social di Jair Bolsonaro. Nel novembre del 2018, pochi giorni dopo le elezioni presidenziali che lo hanno visto vittorioso, Bolsonaro pubblica sul suo profilo Youtube un video in cui viene filmato mentre va in banca a prelevare contanti. Indossa una maglietta a maniche core a righe azzurre sopra un’altra maglia rossa, più lunga della prima, di cui si intravedono i bordi. Sulla via del ritorno, si ferma in spiaggia a salutare alcuni sostenitori. Una volta a casa, si dirige immediatamente in giardino per iniziare a preparare il barbecue domenicale, da degustare assieme alla famiglia e alla scorta. Scopriamo ora che la t-shirt rossa di cui si percepiva la presenza è in realtà la divisa ufficiale dell’America di Rio de Janeiro, squadra di calcio della capitale carioca27.

Note de bas de page 28 :

https://www.instagram.com/p/BpHLNk_nZtV/?utm_source=ig_embed.

In un’altra celebre immagine, pubblicata su Instagram, l’allora candidato è ritratto mentre fa colazione. In procinto di versare del caffè da un thermos di plastica marron, Bolsonaro indossa questa volta un paio di bermuda e una maglia verde del Palmeiras, squadra di calcio di San Paolo di cui si professa tifoso. Sul tavolo, due tozzi di pane, una lattina di latte condensato Nestlé, un formaggio tipo Minas Gerais con un coltello infilzato dentro, lo smartphone, tra le briciole, attaccato a una presa di corrente. Tutti cibi e oggetti riconosciuti, in Brasile, come semplici e popolari, che si ritrovano frequentemente, da Nord a Sud e da Est a Ovest, nelle case e nei bar del paese28.

Nelle due immagini, si è visto, Bolsonaro indossa maglie di squadre di calcio brasiliane. Si tratta di un capo d’abbigliamento che il presidente del Brasile pare prediligere. Diverse sono le occasioni — anche ufficiali, come vedremo più avanti — in cui ne ha fatto uso. Non solo. Diverse sono i club le cui divise ha indossato : Palmeiras, Flamengo, America, Botafogo, Chapecoense, solo per citarne alcune.

Note de bas de page 29 :

Cfr. P. Demuru, Essere in gioco. Calcio e cultura tra Brasile e Italia, Bologna, Bononia University Press, 2014.

Ora, indossare la maglia della squadra per cui si fa il tifo è pratica ricorrente in Brasile. La domenica, quando si giocano le partite di campionato, ma anche il mercoledì e il giovedì sera, quando si disputano i match internazionali. Per strada, sugli autobus, al bar o al supermercato, in casa di amici e parenti, ma anche, a seconda delle circostanze, in contesti più formali. Per chi è a conoscenza del ruolo che il tifo e il calcio rivestono nella cultura e nella vita quotidiana del paese sudamericano29 è evidente il primo significato delle mise calcistiche di Bolsonaro : assumere le sembianze di un uomo comune, normale, ordinario, i tratti di chi, come la maggior parte dei brasiliani, dopo una grigliata con gli amici, si siede davanti al televisore, magari con una birra in mano, per guardare la partita.

Note de bas de page 30 :

Cfr. Matteo Salvini. Il ministro della paura, op. cit., pp. 19-26.

Note de bas de page 31 :

E. Laclau, On populist reason, London, Verso, 2005.

Note de bas de page 32 :

Cfr. “Da cosa si riconosce il populismo. Ipotesi semiopolitche”, art. cit., prima parte.

Al di là di questa evidente relazione, va comunque evidenziato il fatto che, diversamente da altri presidenti-tifosi che lo hanno preceduto, come Lula e Fernando Henrique Cardoso, Bolsonaro non veste soltanto la maglia della propria squadra del cuore, ma anche, e con una frequenza rilevante, quelle di tutte le città in cui capita o si viene a trovare. Un po’ come le felpe geolocalizzate di Salvini30, le divise di Bolsonaro rivestono una triplice funzione semiotica : in primis, quella di consolidare l’immagine del leader in quanto uomo semplice e autentico, la cui sagoma, in uno stadio o davanti a un maxischermo, si confonderebbe con quella degli altri tifosi ; in secondo luogo, quella di corroborarne l’appartenenza e l’attaccamento al territorio, alla vita vera, alla realtà concreta di tutti i giorni ; terzo, quella di elevarlo a presidente di tutti, di trasformarne il corpo in una sorta di “significato vuoto”, per dirla con Laclau, il quale, a seconda del momento e delle esigenze, può assumere valori (e colori) diversi31. Dato, questo, che richiama un altro dei tratti distintivi del discorso social-ista : la vaghezza, il gusto per l’apertura del significato, per la difesa congiunta di posizioni spesso anche contrastanti, per la contraddizione costante32.

Note de bas de page 33 :

http://www.zebeto.com.br/wp-content/uploads/2018/06/WhatsApp-Image-2018-06-09-at-15.07.31.jpeg.

Note de bas de page 34 :

https://g1.globo.com/politica/noticia/2019/01/22/jair-bolsonaro-almoca-em-bandejao-em-davos.ghtml.

I temi dell’autenticità e della normalità si manifestano, ancora, attraverso altri assetti plastico-figurativi. In alcune immagini, Bolsonaro appare seduto o sdraiato sul divano di casa, con la pancia che spunta o si fa largo sotto le magliette33. In altre, come si fa riprendere mentre mangia, come nel caso sopraccitato, o come quello del frugale pasto di Davos, in occasione del Forum Economico del 2019, in cui il neoeletto presidente si è fatto ritrarre mentre riempiva il proprio piatto di carne e patate in una tavola calda locale34. Va osservato, a proposito, che tutto il cibo che Bolsonaro mangia — quello, almeno, che è dato vedere sui suoi profili dei social networks — è emblema di ordinarietà, semplicità, parsimonia e brasilianità, dal latte condensato Nestlé al formaggio tipo Minas Gerais, al caffè fatto in casa, conservato in thermos di plastica, alle patate di Davos. Tratto questo, che il “capitano” sudamericano condivide con Salvini. Andrebbero qui considerate, infine, le immagini delle degenze ospedaliere, ove il corpo si esibisce, come prima osservato, nel supplizio, nel dolore e nella finitezza della vita.

Matteo Salvini non è da meno. Andando dritti al punto, si può dire che il corpo del capo della Lega — la sua postura, i suoi modi di fare e vestire, la maniera in cui si autorappresenta — cerca in tutti i modi di incarnare e rispecchiare, quello dell’uomo medio italiano, di un uomo, insomma, visibilmente e materialmente non politico.

Note de bas de page 35 :

Cfr. B. Terracciano, “Il sovranismo è servito : la retorica salviniana del buono made in Italy”, in A. Giannitrapani e I. Ventura (a cura di), “Politiche della cucina. Discorsi, conflitti, culture”, E/C, 27, 2019.

Abbiamo già accennato alla felpa geolocalizzata, corrispettivo delle uniformi calcistiche di Jair Bolsonaro, in cui è stampato il nome della città o della regione in cui Salvini si trova. In molti ne hanno sottolineato le funzioni e gli effetti, evidenziando, in particolare, la sua natura populista, il suo essere, in fondo, un modo dire e ribadire “sono come voi”35.

Note de bas de page 36 :

Ibid.

Note de bas de page 37 :

Cf. G. Cosenza, “Salvini, quali sono i rischi della sua comunicazione”, in Il fatto quotidiano, 27 dic. 2018 (https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/27/salvini-quali-sono-i-rischi-della-sua-comunicazione/4860498/).

Come Bolsonaro, inoltre, Salvini mangia “nazionalpopolare”36. C’è infatti, nella retorica gastronomica di Salvini, l’affermazione e l’esaltazione dell’italianità che si ritrova, come abbiamo prima accennato, in diversi ambiti del suo discorso. Tuttavia, come ha osservato Giovanna Cosenza, rispetto a Bolsonaro, Salvini corre più spesso il rischio di sembrare comunque “d’élite”, in particolare quando pubblicizza marche come Nutella, Barilla e Perugina, le quali, seppur popolari, paiono non rispecchiare la realtà economica attuale dei ceti meno abbienti della popolazione italiana37.

Non solo. Salvini mangia senza timore di eccedere il proprio peso-forma. Ne è prova il fatto che il capo della Lega si mostra spesso, senza vergogna alcuna, svestito. E non ci riferiamo soltanto al noto fotoreportage “Salvini Desnudo” pubblicato sulla rivista Oggi il 3 dicembre del 2014, in cui l’ex ministro indossa unicamente una cravatta verde, ma a tutte le fotografie postate sui suoi profili social, che lo ritraggono spesso a torso nudo, al mare, al lago, in montagna e in altri luoghi ancora.

E qui Salvini si distingue in modo netto da altri due personaggi chiave della storia italiana del Novecento, emblematici, ognuno a suo modo, dei loro rispettivi periodi storici e del linguaggio politico ad essi corrispondente : Aldo Moro e Silvio Berlusconi. Vediamo allora, al fine di comprendere la specificità del leader social-ista, di tracciare un breve parallelo tra il primo e i secondi.

Per quanto riguarda il confronto con Moro, c’è da dire, anzitutto, che non si tratta di una comparazione accademica costruita ad hoc ai fini del presente lavoro, ma di un accostamento già esistente nella semiosfera mediatica italiana, diffusosi spontaneamente in rete attraverso una moltitudine di meme che ritraggono Salvini e Moro (e altri) alla spiaggia : Salvini, nudo, ritratto con un drink in mano o che danza davanti ad alcune donne in bikini ; Moro, in abito, giacca e cravatta, che tiene per mano sua figlia, ancora bambina.

Al netto della differenza dovuta al momento storico si vede chiaramente come il secondo si mantiene politico anche in spiaggia, coprendo il corpo, confermandone portamento ed eleganza, celebrando i valori familiari. Al contrario, il primo rompe l’etichetta e si fa corpo desnudo, sensuale, a tratti quasi sconvolto, un corpo che si adegua alla semiosfera di cui partecipa, il party in spiaggia, con i suoi rituali, i suoi consumi, la sua logica apertamente incentrata sul sensibile.

Ovviamente il meme mirava a sottolineare l’incoerenza di Salvini, difensore dei valori tradizionali, vicino ai vari movimenti di estrema destra in difesa della famiglia tradizionale : mirava a sottolineare il dissidio fra teoria e pratica. Per farlo, va detto, mixava gli atteggiamenti del Salvini ministro nell’estate 2019 a foto che in realtà rimandavano ad estati ed estasi precedenti, in cui il leader della Lega aveva già partecipato a similari momenti festaioli. Dal lato di Salvini, tuttavia, questa esposizione corporea, tesseva ben altre coerenza. In primo luogo con il refrain della sua lunga, ininterrotta, campagna comunicativa ed elettorale : Fra la gente. In secondo luogo rimandava ad una logica più sottile ma non meno efficace : adeguarsi alla semiosfera locale, alle pratiche in cui ci si trova immersi, a quella contingenza che è uno dei tratti salienti del rapporto fra corpi. In una parola, mimetizzarsi, ma con un decisivo “di più” di senso : esporsi nella mimetizzazione, esporre sé stesso e il proprio corpo nell’atto del mimetizzarsi, esporsi ai rischi che, per una figura “politica”, ha questo tipo di bagni di folla, questa discesa “senza protezione” fra la gente. Il tutto, ovviamente, al fine di generare nel pubblico una scarica di energia carismatica data dall’audacia : il coraggio di essere come tutti.

Note de bas de page 38 :

Cfr. U. Eco, A passo di Gambero. Guerre calde e populismo mediatico. Milano. Bompiani, 2006.

Il secondo esempio ci porta invece alla distinzione nel trattamento del corpo fra Salvini e il già citato Berlusconi. Difficilmente infatti si può sottovalutare il ruolo che il corpo berlusconiano ha giocato nell’affermarsi di quello che Umberto Eco definì in presa diretta il “populismo mediatico”38. Questa presenza del corpo ha avuto come suo segno manifesto la pratica del lifting, della palese cura e modificazione corporea : dal jogging d’ordinanza per i suoi ospiti nelle varie ville di proprietà, fino al trapianto di capelli ostentato obliquamente attraverso la famosa bandana. Ciò che questo corpo comunicava era un narcisismo alla Dorian Gray : il mito della perfezione, dello splendore e dell’eterna giovinezza. Una comunicazione corporea-mitico-carismatica che rimandava a un intero universo di valori — di storie — appetibili : la ricchezza, il lusso, le donne. C’era insomma, nel corpo berlusconiano un radicale principio di distinzione elitaria. Proprio in ciò stava la sua fascinazione popolare : nell’offrirsi come simulacro di un sogno di esistenza per quasi tutti precluso. Ma c’era anche, come nel mito, un radicale rimando al di là del corpo stesso : benché paradossalmente, in quanto ciò a cui quel corpo apriva erano altre forme di consumo della corporeità, esso parlava d’altro che non fosse quel corpo. E non a caso la sua efficacia non diminuiva nel momento in cui quel corpo si faceva sempre più artefatto, falso, quasi mostruoso. Nel caso di Salvini, come abbiamo detto, il corpo esposto è invece un corpo imperfetto, per molti versi brutto. È un corpo indistinto, banale, anonimo. E proprio in quanto tale è un corpo che parla solo di quel corpo, che non rimanda ad altro, se non al fatto di avere un corpo, di conviverci, di usarlo. Che è la cosa più comune che ci sia.

Detto questo, conviene ora fermarsi e provare a trarre alcune conclusioni.

Conclusioni : sensi, interazioni, prensioni

Note de bas de page 39 :

La parola letteraria, op. cit., p. 253.

Note de bas de page 40 :

E. Landowski, “Politiques de la sémiotique”, Rivista Italiana di Filosofia del Linguaggio, 13, 2, 2020. Sulla relazione tra populismo ed estesia, cfr. inoltre id., « Populisme et esthésie », Actes Sémiotiques, 121, 2018.

Note de bas de page 41 :

Ibid.

Note de bas de page 42 :

Rischiare nelle interazioni, op. cit., pp. 51-52 ; anche id., “Les corps conducteurs”, Passions sans nom, op. cit., pp. 113-123. Sulla nozione di presenza, si veda Y. Fechine, Televisão e presença, São Paulo, Estação das Letras e Cores, 2008 ; sui modi di presenza di Bolsonaro in rete cfr. il saggio dell’autrice nel presente numero di Actes Sémiotiques.

Note de bas de page 43 :

Cfr. G. Marrone, “Social media e comunione fàtica : verso una tipologia delle pratiche in rete”, Versus, 125, 2017.

Per iniziare a trarre le fila di quanto visto sinora, va fatta anzitutto una considerazione sul tipo di logica interazionale e di prensione presupposto dal mimetismo. Rispetto, ad esempio, a quanto osservato nel travestimento, le cose paiono essere cambiate. Se nel caso del travestimento avevamo a che fare con un corpo programmato, da leggere sulla base di codici e griglie figurative prestabilite, storicamente, socialmente e culturalmente sedimentate, in quello del mimetismo ci troviamo di fronte a un corpo la cui prensione si basa su di un regime di senso e interazione diverso. Sono il sentire e la plasticità, ora, che entrano in gioco nella ricezione di tali corpi-immagine, determinando i percorsi attraverso cui i follower-gente-comune si rispecchiano nei leader e, viceversa, quelli attraverso cui i leader si rispecchiano nei loro follower-gente-comune. Non tanto la competenza enciclopedica, ma la competenza estesica dei soggetti in gioco. Un tipo di prensione diversa da quella molare precedentemente discussa, alla quale Geninasca conferisce l’etichetta di prensione ritmica o impressiva, la cui natura, ricordiamo, è prettamente sensibile, timica, sinestesica39. Riassumendo e traducendo nei termini di Landowski, ci pare possibile affermare che se il regime interazionale che risiede alle fondamenta del travestimento è quello della programmazione, quello che si ritrova alle radici del mimetismo è l’aggiustamento, o meglio, una “caricatura d’aggiustamento” 40, tipica, come sostiene il semiologo, della demagogia populista contemporanea e della retorica della presunta democrazia “diretta” a essa associata41. Si concretizza, insomma, attraverso queste immagini, un duplice simulacro : non solo quello di un contatto non mediato tra leader e follower, ma, al contempo, quello di un loro identificazione reciproca, fondata, a sua volta, sulla co-presenza sensibile, sul contagio estesico42 e sulla “comunione fàtica”43 che fa da sfondo alle interazioni in rete.

Note de bas de page 44 :

P. Fabbri, “Semiotica e camouflage”, in AA.VV, Falso e falsi. Prospettive teoriche e proposte di analisi, a cura di Luisa Scalabroni, ETS, Pisa, 2011, pp. 11-25.

Una seconda riflessione può essere fatta, poi, sul quel “di più” di senso di cui parlavamo a proposito del mimetismo salviniano. Si tratta di un punto rilevante sotto il profilo sociosemiotico. Come ha argomentato Fabbri, due sono le strategie del camouflage : da un lato, lo sparire, il nascondersi, il rendersi, senza clamori, invisibile ; dall’altro il “diventare altro, altro da sé, spesso con uno sforzo di esibizione vistoso, [come] la cavalletta che diventa una foglia, cambiando addirittura regno : dall’animale al vegetale”44. Pare essere questo il caso delle procedure di mimetizzazione con l’uomo comune operate dai politici contemporanei. Un mimetismo, si potrebbe dire, sensazionalista, il cui senso risiede non solo nell’assumere le sembianze, la fisionomia, della gente normale, ma nella fruizione dello spettacolo stesso del mimetismo, nel darsi a vedere mentre lo si pratica, nel “voler essere visto” mentre ci si confonde.

Note de bas de page 45 :

https://epoca.globo.com/guilherme-amado/com-bolsonaro-de-chinelos-presidente-ministros-fazem-registro-historico-apos-reuniao-da-previdencia-23453884.

Note de bas de page 46 :

https://politica.estadao.com.br/galerias/geral,a-vontade-bolsonaro-reune-equipe-no-palacio-da-alvorada,39337.

Note de bas de page 47 :

https://www.ilpost.it/flashes/boris-johnson-piedi-tavolo-eliseo/.

Oltre a quelli già analizzati, a confermare questo dato sono, ancora, i casi in cui il corpo dell’uomo comune irrompe in contesti politici formali, producendo fratture estetico-estesiche derivate dalla sua lampante inadeguatezza alle regole, ai codici e alle etichette previste dall’occasione. Il mimetismo con l’uomo comune e il tema della normalità non emergono qui per conformità agli scenari della vita quotidiana, ma per contrasto — un contrasto esplicito e ricercato — con quelli della politica istituzionale. Nel febbraio del 2019, ad esempio, in una riunione ufficiale con alcuni dei principali ministri dell’appena insediato governo destinata a discutere la riforma del sistema pensionistico, Bolsonaro si presenta con il look seguente : sandali neri, con piede nudo in evidenza, pantaloni della tuta blu scuro, maglietta falsa del Palmeiras verde fosforescente, giacca blu scuro. Così appare in una delle immagini ufficiali divulgate dal Palácio do Planalto, sede del potere esecutivo brasiliano45. Al suo fianco, sette uomini in camicia, giacca e cravatta e due donne, entrambe vestite di bianco e nero. In altre immagini dell’evento, divulgate stavolta sui suoi profili social, il neoeletto presidente è ritratto seduto con i suoi ministri al tavolo di lavoro. Senza giacca, Bolsonaro veste soltanto la divisa del Palmerias. Alle sue spalle, un segretario in abito nero completo. Diversamente dalle immagini “low-fi” che popolano le sue pagine, la foto è di buona qualità, il che rende ancora più evidente la stonatura della mise presidenziale rispetto al contesto. Nello stesso mese, Bolsonaro ripropone una tenuta simile in una riunione individuale con il Major Vitor Hugo, svoltasi presso il Palácio da Alvorada, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica. Nella foto di rito postata su Instagram, Bolsonaro veste gli stessi sandali neri e gli stessi pantaloni della riunione precedente. Solo la maglia del Palmerias è messa da parte per far spazio a una più semplice polo azzurra46. Un altro caso simile è quello del piede appoggiato sul tavolino da salotto da Boris Johnson durante il primo incontro ufficiale con Emmanuel Macron all’Eliseo. Nell’occasione, il Primo Ministro Britannico si è fatto fotografare mentre si metteva a proprio agio in casa del collega, posando, appunto, l’arto sul mobile47.

Note de bas de page 48 :

Cfr. Rischiare nelle interazioni, op. cit., cap. 5.

Differentemente da quanto prima osservato a proposito dell’estesica dell’uomo comune, a dirigere le redini della narrazione non è però, qui, il regime dell’aggiustamento, ma quello dell’incidente, basato sul nonsense48. Ci troviamo infatti di fronte a veri e propri corpi accidentali, a corpi fuori luogo che evidenziano, tramite il gesto o il vestire, il loro totale scollamento dall’ambiente in cui si trovano, rompendone apertamente e intenzionalmente i programmi, le etichette, il galateo.

Note de bas de page 49 :

Sulla relazione tra incidenti estesici e estesia si vedano, in particolare, A.J. Greimas, De l’Imperfection, Périgueux, Fanlac, 1987 ; A.C. de Oliveira “Fait divers na ressignificação da vida”, Cadernos de Semiótica Aplicadada, X, 2, 2012 (https://periodicos.fclar.unesp.br/casa/article/view/5582) ; P. Demuru, “Entre acidentes e explosões. Indeterminação e estesia no devir da história”, Bakhtiniana. Revista de estudos do discurso, XV, 1, 2020.

Si tratta, come nel caso della hexis buffonesca, di corpi che mirano a stravolgere la percezione e turbare le sensibilità di chi osserva49. Ciononostante, se l’effetto di accidentalità della hexis buffonesca si deve a gesti più eclatanti e marcatamente comici e derisori — le corna, la pistola, la risata clownesca —, l’accidentalità del corpo fuori luogo si manifesta attraverso la hexis e la figuratività dell’uomo comune. Bizzarra coincidenza : come il primo Mark Zuckerberg che va in giro in ciabatte, i leader social-isti compiono qui uno spostamento (e uno spaesamento) semantico-figurativo, inserendo, via corpo, la casa nel palazzo e il palazzo nella casa, il privato nel pubblico e il pubblico nel privato. Certo, si sconfina nel ridicolo, ma lo si fa in modo diverso da quanto fa il buffone dichiarato. In questo caso, l’intensità è minore, l’intenzione, almeno in apparenza, più velata.

Note de bas de page 50 :

O quelle, sempre più frequenti, dell’attuale Ministro dell’Istruzione del governo Bolsonaro, Abraham Weintraub.

Note de bas de page 51 :

Cfr. G. Da Empoli, Gli ingegneri del Caos : teoria e tecnica dell’internazionale populista, Venezia, Marsilio, 2019.

Note de bas de page 52 :

M. Nobre, “O caos como método”, Revista Piaui, 151, 2019 (https://piaui.folha.uol.com.br/materia/o-caos-como-metodo/).

Il corpo social-ista sembra dunque transitare, nel quadro panorama qui tracciato, dalla programmazione all’aggiustamento, e dall’aggiustamento all’incidente. È bene comunque precisare che gli incidenti in questione sono incidenti programmati, che si ripetono costantemente nello scenario politico attuale, come le sgrammaticature di Donald Trump50. Come è stato più volte rimarcato, lo scompiglio prodotto da tali interventi è in un certo qual modo calcolato51. Fa parte di una strategia, o, come hanno detto alcuni, di un metodo52. Indipendentemente da come la si chiama, l’efficacia di un simile piano risiede nella sua capacità, da un lato, di corroborare l’aura di semplicità e autenticità dell’uomo comune social-ista e, dall’altro, di distogliere l’attenzione dalle reali questioni politiche di cui esso si occupa, come nel caso delle fosforescenze del look di Bolsonaro, talmente appariscente da eclissare il vero tema del consiglio dei ministri : l’impatto socioeconomico della riforma delle pensioni. Trappola, questa, in cui i media tradizionali, dalla stampa alla televisione, paiono ancora cascare concentrandosi, per usare un’espressione d’uso comune — visto che il tema è questo — più sul “fumo” che sull’“arrosto” della politica contemporanea. Ammesso e non concesso che non siano, anch’essi, in qualche misura, complici del social-ismo.