Presentazione



Questo convegno ha ricevuto il patrocinio e il sostegno ufficiale della Fédération Romane de Sémiotique[1], la quale ha deciso di organizzare la sua prossima Assemblea Generale a Limoges negli stessi giorni dell’evento, e di incitare i gruppi di ricerca che ne fanno parte ad apportare il loro contributo scientifico a questa manifestazione.

È organizzato sotto la responsabilità di Jacques Fontanille, del Centro di Ricerche Semiotiche dell’Università di Limoges, equipe membro della Fédération Romane de Sémiotique.

Si terrà sotto la Presidenza Onoraria di Paolo Fabbri, Professore di semiotica, Direttore del Centro Internazionale “Umberto Eco” di Scienze Semiotiche (CiSS) dell’Università Carlo Bo di Urbino.

Comitato d’onore :

Denis Bertrand, Paolo Fabbri, Jorge Lozano, Oscar Quezada Machiavello.

Comitato organizzatore :

Isabelle Klock-Fontanille, Anne Krupicka, Cécile McLaughlin, Jacques Fontanille, Céline Chrétien, Julie Lairesse, Alexandre Sbabo, Bruno Guiatin, Alix Ngoma, Manale Lahmar, Valentin Moulin.

I partner del progetto

La responsabilità scientifica del convegno è affidata: al Centro di Ricerche Semiotiche (CeReS, Università di Limoges) al Centro di Ricerche in Gestione (CEREGE, Università di Poitiers) Con il sostegno delle seguenti equipe affiliate alla Fédération Romane de Sémiotique : LHE (Paris 8, Vincennes-Saint-Denis), CISS (Centro « Umberto Eco », Urbino), ICAR (Lyon 2, Louis Lumière), MICA (Bordeaux Montaigne) ; SES (Puebla, UAP), Comunicación y Cultura (Lima). In partenariato con la Regione Nuova-Aquitania (AAP « Nudges et objectifs de développement durable »). Il CEREGE e il CeReS sono impegnati in un programma di ricerca comune sui “nudges”, finanziato dalla Regione Nuova-Aquitania. In questo programma sono previsti due convegni: il primo a Limoges nel 2019, dedicato alle politiche pubbliche e alla strutturazione concettuale delle problematiche di « manipolazione e di incitamento »,  organizzato dal CeReS e supportato dalla Fédération Romane de Sémiotique; il secondo, a Poitiers nel 2021, consacrato ai risultati degli studi sul campo e alla dimensione dello « sviluppo sostenibile » del programma AAP, sotto l’iniziativa del CEREGE. Il convegno del 2019, (che si terrà in ottobre) a Limoges, intitolato : « Dalla manipolazione à l’incitamento. Inflessioni dei comportamenti e politiche pubbliche », riunirà specialisti di semiotica, scienze politiche, scienze cognitive e scienze gestionali. Sarà rivolto, in particolare, a tutti quei soggetti che, nelle strutture dello Stato, nelle amministrazioni e nei collettivi territoriali, elaborano e portano avanti politiche d’incitamento e di modifica dei comportamenti.

La problematica

Nell’ambito delle politiche pubbliche, non sono né le buone idee e neanche la forza degli argomenti che mancano, ma la capacità di influenzare costantemente i comportamenti; resta da comprendere come e perché questi appaiano o scompaiano, in che maniera perdurino o cambino. Le informazioni sono disponibili, e anche largamente diffuse, ma i comportamenti apparentemente non razionali (nei campi dell’alimentazione, della salute, delle dipendenze, dei trasporti ecc.) non cessano di esistere. L’ipotesi analitica più diffusa consiste nel ritenere che la transizione tra informazioni disponibili e le decisioni intraprese sia influenzata da diversi bias cognitivi, sociali e culturali.

La solution dei Nudges

La soluzione attualmente più conosciuta, è emersa dalle scienze economiche e gestionali : si tratta dei “nudges”, queste “spinte gentili” che incitano a prendere le decisioni migliori.

Richard Thaler, l’economista (premio Nobel) che sostiene la soluzione dei nudge da diversi decenni, propone di influenzare gentilmente i consumatori, aiutandoli a realizzare i loro obiettivi o le loro aspettative. Per R. Thaler e C. Sunstein, si tratta di “ una versione relativemente moderata, leggera e non invasiva del paternalismo, che non impedisce niente e non censure le opinioni di nessuno. Un approccio filosofico della governance pubblica o privata con lo scopo di aiutare gli uomini a prendere delle decisioni che migliorino la loro vita senza attentare alla libertà altrui”[2]. Le scienze cognitive hanno prolungato quest’opera, elaborando l’inventario dei “bias” che producono queste decisioni “irrazionali”. Il riferimento principale è quello delle scorciatoie mentali, delle pressioni e norme sociali. In merito a queste ultime, per esempio, nel 2010 in Gran Bretagna, David Cameron ha creato una squadra chiamata “Nudge Unit”, che ha elaborato un dispositivo per migliorare il sistema di riscossione delle tasse dove i contribuenti ritardatari erano sistematicamente messi al corrente del fatto che i loro vicini avessero già pagato le loro imposte.

Elementi de discussione

Sin dalla sua creazione cinquant’anni fa, la “teoria dei nudge” ostenta i suoi fondamenti ideologici : l’insistenza sistematica sul fatto che i « nudge » non limitino la libertà di scelta dell’individuo, e che pertanto non comprometta il suo libero arbitrio, e che miri esclusivamente a rinforzare ciò che egli desidera, mostra chiaramente che il loro utilizzo in materia di politiche pubbliche è figlio di un liberalismo massimalista che non ammette nessuna costrizione o limite alla volontà dell’individuo. Questo orientamento ideologico evita tra l’altro di porre la questione relativa ad una giustificazione delle inflessioni e degli incitamenti pubblici, presupponendo che tutti i cittadini aderiscano liberamente a ciò che il potere pubblico auspica. Eppure, l’approccio semiotico (e non ideologico) mostra che la libertà del “voler fare”, del “poter fare” o del “saper fare”, permette anche di rifiutare, resistere e di opporsi ai desideri e alle ingiunzioni del potere pubblico. È evidente che le questioni modali (il volere, il potere, il dovere, il sapere e il credere) saranno al cuore dell’indagine di questa categoria graduale che denominiamo “Dalla manipolazione all’incitamento”. Inoltre, per rendere conto del funzionamento dei nudge, le scienze cognitive fanno riferimento in generale all’architettura delle scelte che guida la decisione individuale. Tuttavia, altre correnti delle scienze cognitive avanzano più prudentemente. Daniel Kahneman, altro economista, anche lui premio Nobel, distingue due livelli e due velocità del pensiero e del decidere: il circuito breve (le “scorciatoie mentali”) è rapido, poiché sfrutta le emozioni e l’ “istinto” (per evitare implicazioni problematiche de la nozione di “istinto”, sarebbe meglio parlare di “impulsi”) ; il circuito lungo è più lento poiché intraprende il percorso dell’analisi e della riflessione. Possiamo ricordare qui il ruolo che Claude Zilberberg attribuiva al tempo nella formazione stessa delle configurazioni semiotiche. Ma il tempo comporta anche degli affetti e delle emozioni in seno alle stesse configurazioni, rendendo difficile trovare un posto preciso all’azione dei nudge tra impulsi, emozioni e decisioni. Daniel Kahneman ha mostrato, con la sua teoria delle prospettive, che la valutazione dei guadagni e delle perdite è asimmetrica, in ragione del peso degli affetti che ricadono sugli uni e sulle altre. “Decisione” è il nome della pratica che si osserva dall’esterno, ma questo termine non dice molto circa la composizione semiotica del processo che porta a quella “decisione” dal punto di vista dell’attore sociale.

Il contributo della semiotica

La semiotica dell’azione si è dotata alla fine degli anni settanta di una “teoria della manipolazione” che, sfruttando la prima fase della sequenza narrativa canonica, potesse sfociare in una semiotica delle passioni[3]. Questo abbozzo, ripreso parzialmente in Sémiotique 1[4], ha quindi avuto poco spazio, poiché la semiotica delle passioni, elaborata nel corso degli anni ottanta, ha preso altre direzioni e messo in disparte il ruolo delle emozioni e delle passioni nelle interazioni di tipo “manipolativo”. Il concetto di “manipolazione”, esteso al senso generico della modalità del “far fare”, era tuttavia sufficientemente estensivo per far posto a precise tipologie operative.

Bisogna attendere una ventina d’anni per ritrovare negli sviluppi di una sociosemiotica, le cui ricerche si fondano sull’analisi delle interazioni sociali, e ispirate soprattutto dai lavori di Eric Landowski, le possibili articolazioni esistenti tra la manipolazione e le sue varietà, le passioni e i regimi di significazione. In questo senso, si potrebbero considerare altresì la maggior parte delle ricerche di Paolo Fabbri che, da più di quarant’anni, seppur in maniera indiretta o implicita, costituiscono dei contributi ad una semiotica della manipolazione che tale non sarebbe sembrata. La questione dei nudge è quindi un’opportunità teorica e metodologica, per rilanciare una ricerca collettiva e internazionale in estensione della teoria della manipolazione, per fare un inventario dei risultati e degli apporti più recenti, per identificare e circoscrivere eventuali soluzioni alternative. Si esaminerà in particolare la possibilità per cui l’incitamento e l’inflessione dei comportamenti riguardino direttamente le interazioni tra gli attori e il loro ambiente, sia nei termini di guida del flusso dell’attenzione, sia nei termini di “confortevole” o di “non confortevole” circa le vie alternative dei comportamenti. Esplorare sistematicamente i differenti regimi semiotici dell’influenza. Integrare le interazioni attori/ambienti, che si configurerebbero come una “fattività” ecologica. Esaminare delle soluzioni valide, disponibili e possibili, per elaborare delle politiche pubbliche concrete. Studiare gli aspetti semiotici delle proposte formulate dalle scienze economiche, politiche e cognitive. Sono solo alcune delle sfide di questo convegno.

Jacques Fontanille

Professore emerito di Semiotica

jacques.fontanille@unilim.fr


[1] La Féderation Romane de Sémiotique raggruppa una trentina di equipe in una quindicina di paesi differenti, in Europa, in Asia, in America e in Africa. [2] Richard Thaler e Cass Sunstein, Nudge. La spinta gentile, Milano, Feltrinelli, 2009. [3] Actes sémiotiques – Bulletin du GRSL, EHESS, n°1, dicembre 1977. [4] Algirdas Julien Greimas e Joseph Courtés, Semiotica. Dizionario ragionato della teoria del linguaggio, Firenze, La casa Usher, 1986.  

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